Come fa un developer a diventare manager? Ce ne parla Danilo Bianchi, IT Executive in nesea, che sta vivendo questo percorso in prima persona.
Nella vita professionale si cambia e si cresce. Così può succedere che un developer si trovi, in modo più o meno graduale, a ricoprire una posizione manageriale. Un bel salto, che a molti sviluppatori potrà sembrare addirittura acrobatico, forse persino impossibile. Eppure in alcuni casi un manager con questo tipo di background può fare la differenza.
Una figura tecnica in un ruolo manageriale è una risorsa preziosa perché è in grado di ragionare in una doppia modalità. Potremmo dire che ha due livelli di zoom: largo e ravvicinato. Nella veste di manager, riesce a tenere traccia degli obiettivi e a ragionare sul lungo periodo. Offre quella direzione di alto livello che serve agli sviluppatori per sapere dove andare. Diversamente da un manager puro, però, può pensare anche da developer e confrontarsi su aspetti di dettaglio ed operativi. Questo vuol dire maggiore facilità di dialogo, comprensione intuitiva delle implicazioni di qualsiasi richiesta e soprattutto di ciò che è possibile e di ciò che non lo è. Unire visione e realismo permette di arrivare più facilmente agli obiettivi.
Ovviamente questa transizione non è scontata. Essere manager è un lavoro diverso. Per chi è abituato a lavorare concentrandosi sul proprio codice, il ruolo manageriale impone invece un costante contatto con gli altri. È compito del manager capire gli altri, comunicare, anche creare un buon ambiente di lavoro.
Ma soprattutto, cambiano le responsabilità: se un developer può focalizzarsi sul “come” viene fatto qualcosa, un manager deve considerare molte più variabili. Chi ci lavorerà? Entro quando? Cosa si potrà consegnare? Queste scelte hanno un impatto sugli altri membri del team e sono quindi molto delicate.
Questa evoluzione, va detto, non è per tutti. Tanto per iniziare, c’è chi preferisce il lavoro da developer e non ha alcuna intenzione di prendersi le responsabilità di un manager. Ma anche per chi lo desidera, ci sono alcune caratteristiche che servono per poter fare il salto.
La prima è la capacità di comunicare. Spesso, e bene. Gestire non vuol dire semplicemente comandare. Un manager che non comunica manda rapidamente all’aria il lavoro di tutti. Ma non è una caratteristica scontata, anche perché normalmente non viene richiesta a uno sviluppatore.
Poi, la capacità di gestire più progetti contemporaneamente, di auto organizzarsi. Questo può essere necessario anche per un developer ed è un buon indicatore di potenzialità manageriali: in un ruolo da manager, infatti, la quantità e complessità di progetti da gestire in parallelo non fa che aumentare.
Infine, la visione. Alzare lo sguardo dall’orizzonte vicino del computer e della consegna di domani e pensare al futuro. Da un manager ci si aspetta una buona progettualità, che possa far fare al team un salto di livello.
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