Lo smart working, ovvero la possibilità di lavorare da casa, è davvero il futuro delle aziende? Lo abbiamo chiesto a tre persone nesea, ovvero Fabrizio Capanni (IT Executive), Gianluca Pisciotti (IT Specialist) e Michele Melchionna (IT Specialist).
Lavorare più serenamente tra le mura di casa propria, in base ai propri orari, alle proprie esigenze e senza stress esterni. Questo è uno dei primi obiettivi dello smart working, che già in molte aziende permette ad alcuni dipendenti, ovviamente scelti in base alle funzioni che ricoprono, di trascorrere intere giornate a casa (o da qualsivoglia luogo) lavorando nelle fasce orarie preferite o nei momenti che ci trovano più produttivi. In questo modo, chi sperimenta lo smart working può occuparsi anche di altre mansioni, che si tratti di trascorrere del tempo in più con la propria famiglia, di sbrigare faccende domestiche, andare alla posta, ma anche praticare sport, fare meditazione o, più semplicemente, prendersi cura di sé. Ultimo ma non meno importante, in casa, è possibile svolgere le proprie mansioni in compagnia di un animale domestico, cosa che secondo diverse ricerche del settore ha dimostrato essere proporzionale all’aumento della produttività.
Questo perché, lavorando da remoto si è “location & time independent”, cosa che permette di risparmiare tempo reale, soprattuto quello speso per gli spostamenti che, specie nelle grandi città come Roma, può essere anche di un’ora o due a tratta. Senza contare che eliminare lo stress da traffico, consente anche di essere più produttivi. Certo le responsabilità per il dipendente aumentano e il rischio di distrarsi è grande, ma sapersi organizzare è indispensabile per crescere professionalmente e con lo smart working diventa ancora più fondamentale.
Trovare un equilibrio tra la vita personale e quella lavorativa, raggiungendo il benessere psicofisico del dipendente e la soddisfazione del cliente, non è certamente facile. È certo però che, potendo lavorare da casa, spesso gli impiegati si sentono investiti di maggior fiducia e hanno maggior stimolo a soddisfare le aspettative richieste.
C’è poi l’innovazione tecnologica, e noi lo sappiamo bene, che ha fatto passi da gigante in ogni campo e grazie ai tanti dispositivi, una buona connessione e strumenti come Skype, Whatsapp, Trello, permette di lavorare da remoto da qualsiasi luogo. Insomma, lo smart working, naturalmente a seconda delle mansioni, può diventare una vera e propria occasione di miglioramento, sia di prestazioni lavorative, che di qualità della vita. Può far provare una sensazione di libertà che chi sceglie un lavoro da freelance conosce e apprezza, ma con la sicurezza di un lavoro dipendente e la responsabilità di avere degli obiettivi da portare a termine. Perché un dipendente felice è un dipendente che lavora meglio. E noi per crescere abbiamo bisogno anche di questo.
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